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22/05/16

Lo scorso 4 marzo la Direzione Generale Fiscalità e Unione doganale della Commissione europea ha reso pubblici due rapporti dedicati a come superare gli ostacoli transfrontalieri di natura fiscale che affliggono gli individui interessati a esercitare il diritto alla libera circolazione all’interno dell’Unione europea. I due rapporti sono scaricabili al seguente link del sito web della Commissione europea:

http://ec.europa.eu/taxation_customs/taxation/individuals/expert_group/index_en.htm

 

Il primo rapporto è dedicato a ostacoli fiscali transfrontalieri in generale, mentre il secondo è dedicato in particolare agli ostacoli fiscali transfrontalieri legati alle imposte di successione.

Questi rapporti rappresentano le conclusioni dei lavori del Gruppo di esperti della Commissione europea sulla rimozione problemi fiscali che affrontano gli individui attivi a livello transfrontaliero all'interno dell'UE.

Il compito del gruppo è stato quello di assistere la Commissione nell'individuare e nel trovare modalità pratiche per eliminare eventuali problemi di natura fiscale che incontrano gli individui che si spostano da un paese dell'UE a un altro per vivere, studiare, lavorare o vivere da pensionati, o che investono in altri paesi dell'UE, o ereditano una proprietà in un altro paese all'interno dell'UE.

Il lavoro del Gruppo di esperti ha comportato:

  • lo scambio di esperienze e la condivisione di competenze;

  • l’identificazione di buone prassi esistenti nei paesi dell’UE, oltre di altre modalità concretamente fattibili e pratiche per affrontare i problemi di natura fiscale che attualmente si verificano;

  • l’assistenza alla Commissione nella valutazione dei progressi compiuti dagli Stati membri nell'attuazione dei principi contenuti nelle raccomandazioni emanate della Commissione in materia di sgravi per la doppia tassazione delle successioni e per fornire suggerimenti su come proseguire i lavori su questa materia;

  • l’individuazione di eventuali altre iniziative politiche fattibili che potrebbero aiutare a risolvere questi problemi.

Dopo la pubblicazione, il passo successivo per la Commissione è quello di decidere come compiere dei progressi sull’argomento, considerata in particolare la notevole difficoltà di ottenere l’accettazione della legislazione UE da parte degli Stati membri.

Il primo rapporto, in particolare, è estremamente importante per la mobilità dei lavoratori e contiene nei suoi capitoli 4. e 5. numerose proposte di soluzioni per superare ostacoli fiscali, sia in termini di "hard law" (tra i quali una proposta di direttiva UE per regolare la tassazione dei redditi dei lavoratori ad alta mobilità a livello europeo) e in termini di "soft law".

La UIL è stata l’unico sindacato europeo a far parte di questo Gruppo di esperti e io ho personalmente cercato di portare come contributo al Gruppo una parte del lavoro che il Comitato di Coordinamento dei CSIR ha fatto a livello di CES, durante il mandato di Atene, e che – come noto - è stato finalizzato nella risoluzione (scritta per intero dalla UIL) approvata dal Comitato esecutivo della CES nella sua riunione del 10 e 11 marzo 2015 dal titolo "Raccomandazioni della CES ai governi nazionali e l'Unione europea su come superare gli ostacoli alla mobilità dei lavoratori frontalieri in Europa".

Ed è stato davvero soddisfacente per me constatare che una parte del lavoro svolto dal Comitato di Coordinamento dei CSIR è stato accettato e assunto dal Gruppo di esperti.

Ora, in vista di due possibili scenari:

  • la trasformazione di questi rapporti in raccomandazioni ufficiali agli Stati membri da parte della Commissione (meno ambizioso);

  • l'elaborazione di un progetto di testo di una direttiva europea (più ambizioso),

credo sia importante che la UIL esamini le 2 relazioni (la prima in particolare), tenendo d’occhio i passi successivi che la Commissione vorrà fare, e prendendo in considerazione di sostenere una o più soluzioni contenute al suo interno, possibilmente con una condivisione a livello CES.

Inoltre, sul piano nazionale italiano, la UIL potrebbe utilizzare una parte del contenuto delle due relazioni per sollecitare il Governo ad affrontare politiche fiscali che rendano equa e non penalizzante la tassazione dei redditi delle persone che sono residenti in Italia e sono impiegate in uno o più paesi dell’Unione europea e viceversa.

Sono ovviamente a disposizione per presentare queste relazioni alla UIL.

 

Trieste, 9 marzo 2016

 

Michele Berti

5 Aprile 2014

Il progetto InArco, svoltosi nel 2013, ha coinvolto le organizzazioni sindacali di tutti i paesi confinanti con l'Italia lungo l'arco alpino: Francia, Austria, Slovenia e Svizzera. 

 

Il progetto intendeva dare una risposta al bisogno, dei paesi dell'Arco Alpino, di approfondire la conoscenza del quadro legislativo nazionale ed europeo in cui viene regolamentato il lavoro transfrontaliero. Lo scopo del progetto è stato quello di analizzare e approfondire l'esperienza dei lavoratori frontalieri nei confronti del complesso sistema di Coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale UE 883/2004, concentradosi su una valutazione concreta della situazione sui territori interessati, ossia Italia, Francia, Austria, Slovenia e Svizzera.

 

L'analisi ha condotto alla mappatura delle criticità, all'elaborazione di tutte le informazioni rilevanti e alla creazione una lista di Raccomandazioni proposte ai governi nazionali e alle istituzioni europee per migliorare le condizioni del lavoro transfrontaliero.

 

Il Progetto si è dipanato lungo 3 Seminari svolti nelle regioni di confine.

Il Primo Seminario si è tenuto il 14 Giugno 2013 a Nizza, con l'apertura da parte di Pancrazio Raimondo, Segretario Generale della UIL Frontalieri, e gli interventi delle istuzioni di previdenza sociale italiana (INPS) e francese (CNAV). 

Il Secondo Seminario si è svolto il 13 Settembre 2013 a Bolzano, presieduto da UIL Frontalieri e alla presenza dei rappresentanti locali, del rappresentante di TransTirolia e tutti i partner del progetto.

Il Terzo Seminario si è tenuto a Ljubljana il 17 ottobre 2013. Alla presenza dei partner di progetto e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali locali e dei rappresentanti del governo sloveno, sono state presentate le Raccomandazioni che il Progetto InArco propone ai governi nazionali e alle istituzioni europee per affrontare e migliorare la condizione del lavoro frontaliero.

Il documento finale di ricerca è stato ufficialmente presentanto nella Conferenza Finale tenutasi a Bruxelles presso il CESE - Comitato Economico e Sociale Europeo - in data 5 Dicembre 2013. In questa sede, i partner si sono confrontati con i rappresentanti della Commissione Europea, in particolare con il rappresentante della DG Taxation and Custom Union intervenuti nella Tavola Rotonda. A questo proposito, pubblichiamo il documento presentanto da Henrik Paulander per l'occasione.

 

Il progetto ha dato vita a una ricerca inedita sul lavoro frontaliero nei paesi dell'arco alpino. Il Report, nella prima parte, si occupa del quadro legislativo europeo del frontalierato con attenzione ai temi dellla sicurezza sociale, della fiscalità, della legislazione sul lavoro e delle leggi sull'immigrazione per chi proviene da paesi extra-UE. Nella Seconda parte degli ostacoli alla mobilità che i lavoratori frontalieri incontrano quotidianamente. Nella terza sezione, il report mostra le soluzioni e le proposte atte a risolvere le problematiche specifiche dei frontalieri.

 

La ricerca è disponibile nelle quattro lingue ufficiali del progetto: Italiano, Inglese, Sloveno e Tedesco.

 

Qui il link UIL del progetto InArco.

28 Gennaio 2014

La UIL Frontalieri, insieme a CGIL, CISL, ACLI, OCST, UNIA, SYNA ha firmato un Documento di proposta per La tutela in caso di disoccupazione per i lavoratori frontalieri con la Svizzera. Data la circostanza dell'applicazione in riferimento alla Svizzera del Regolamento CE 883/2004, la disoccupazione per i frontalieri non è più disciplinata dalla Legge 147/97. Si propone pertanto di introdurre una tutela economica specifica per il lavoratore frontaliere almeno per i primi 5 mesi (periodo indicato dal Regolamento CE utile per la retrocessione degli importi erogati dal paese di residenza), e una armonizzazione eventuale verso il valore dell'Aspi nei mesi successivi, considerando anche il fondo residuo che manteneva in essere la Legge 147/97.

 

Per chi volesse approfondire, può consultare questa Scheda.

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